Questi espatriati italiani all’estero: ritratti-robot

Ogni anno sempre più italiani vanno all’estero per vivere. Grazie a uno studio condotto dall’istituto di sondaggio ISTAT al 1° gennaio 2019, scopriremo insieme cosa li ha motivati a lasciare, ma anche ciò che li lega ancora al loro paese di origine.

Il profilo tipico degli espatriati italiani all’estero

La maggior parte sono persone di età compresa tra 26 e 49 anni (66%), ma anche una percentuale significativa di persone sopra i 50 anni (13%). Sono principalmente espatriati in Centro-America (40%). Il 74% sono occupati, cioè che effettivamente lavorano nel loro paese di espatrio come dipendenti, lavoratori autonomi, ecc. Contrariamente a quanto ci si poteva aspettare, il 67% dei lavoratori hanno trovato il loro lavoro in loco. Solo il 14% è stato inviato lì dal proprio datore di lavoro.

Per quanto riguarda la durata del loro soggiorno, il 66% ha vissuto nel proprio paese di espatrio per più di 6 anni (incluso il 28% per più di 20 anni).
Dopo tanti anni trascorsi all’estero, possiamo legittimamente porre la questione del loro attaccamento al loro paese di origine.

Collegamenti di espatriati con il proprio paese di origine

La sensazione di mancanza rimane mista: il 42% dice di non perdere affatto l’Italia o meglio di non tornare. Ma i ritorni in Italia rimangono frequenti (il 78% ritorna almeno una volta all’anno in patria) principalmente per riunirsi con le proprie famiglie (80% dei casi).

Ritorno degli espatriati in Patria, sentimenti contrastanti

Gli espatriati italiani sono perfettamente divisi circa il loro ritorno in Italia. Il 50% pensano che torneranno in Italia. Di questi, il 42% dice di essere preoccupato, ma non triste (solo il 3%). Ma tutti sono d’accordo (94%): gli espatriati italiani dovrebbero portare la loro esperienza al loro ritorno perché è vista come potenzialmente vantaggiosa per il paese.

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